Ho imprigionato la voce di un merlo.
E non so che farmene.
Ho spezzato il volo di una farfalla.
Ora mi pento e piango.
Sto quì, seduto ai docks.
Rimbrotta il mare
il mio fare amaro.
Lo ascolto meschino.
Ancora mi pento
in un pianto sommesso.
La promessa dell’arcobaleno mi ha tradito.
Doveva scendere a me e invece ha tradito.
Come un amante distratto me ne vado.
Accartoccio il cuore.
Non cedo del tutto, rincorro
un temporale qualunque.
La pioggia può lavare
l’inquietitudine,
e la mia storia assetata.
Avanti l’alba però il mare si è fermato.
I gabbiani dalla testa nera,
increduli e disorientati,
hanno tentato il suo respiro.
Anche i passeri lo hanno chiamato
Con viva voce lo hanno chiamato.
Non so.
Mi vedo errare solitario e compromesso
di notte in notte
lasciando di me un passo sgualcito
alla porta dei sogni.
E ora, avanti l’alba, Il mare si è fermato.
Da una feritoia di luce guardo il giorno.
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