Modì Modì
tutta notte a La Rotonde
strattonando la tisi
l’assenzio e il rum.
Così lontano
dagli occhi miei
acquamarina.
Ho smarrito
l’anima. Tu l’hai.
Non la cerco.
E’ sulla tela
o sotto il cappello
in terra.
Rue de la Chaumière,
lì s’affretta
l’anima mia.
Oh Modì Modì
tutta notte a La Coupole
con l’hashish
alla tua mano
per non sfiorir
l’acquamarina.
Laddove è crosta
viva tra le dita
che sanno
del viso mio triste
come la matita.
Siamo noi, Modi,
l’altrove.
…
Nessuno,
Non aspettarmi Jeanne,
non seguirmi
dove nero e blu
s’incastrano
compatti e densi
come pennelli e ombre
affamati e docili.
Jeanne dove sei!
Mi perdo Jeanne
se l’amore tuo spoglio
e bestemmio.
Che ne possono sapere
i tetti di zinco e prugna
e che reclamano da noi
i viali, non so.
A La Rotonde, Jeanne,
vago istrione
se la notte avvampa.
Mi aggredisce ora forte
il macadam dei viali.
Si frantuma l’aria
nel fiato mio.
Jeanne addio!
…
Ora per lui muti in corteo
Zbo, Pablo e Soutine,
La Rotonde e La Coupole
e i quadri nei cappelli
sfilano tutti ghiacci
di là dell’ultima inferriata.
…
Modì! Non ho più Modì
i miei piedi negli occhi
barcollanti, tremano
il silenzio, abbuia
la ringhiera e il vuoto.
Addio.
…
Hanno cullato i tetti
l’ultima acquamarina
e Jeanne e Modì.
Dario Arpaio